Le sfide del Game Artist 3D: intervista a Massimo Ribattezzato

Ago 04

La figura del Game Artist 3D è certamente una delle più popolari e richieste nel settore dei videogiochi, complice le numerose specializzazioni nate negli ultimi anni per rispondere a un panorama sempre più esteso e complesso. Esperti nella creazione di personaggi, artisti abili nella realizzazione degli scenari, modellatori e animatori sono soltanto alcuni dei possibili percorsi professionali che gli appassionati di Game Art 3D possono intraprendere durante la propria carriera, e richiedono un bagaglio di conoscenze piuttosto ampio e la capacità da parte dell’artista di adattare l’uso di tecniche e software alle esigenze del team di sviluppo.

Per comprendere al meglio i segreti di questo lavoro, le sfide che è necessario affrontare lungo il cammino e l’evoluzione della figura dell’artista digitale nel corso degli anni, abbiamo intervistato Massimo Ribattezzato, Core Trainer del corso di Game Art 3D di DBGA Campus, che ci ha raccontato com’è entrato in questo mondo e cosa cambierà grazie al nuovo corso biennale in partenza a ottobre.

La passione per la grafica 3D e per i videogiochi

“Sono cresciuto con le prime console, come il mitico Commodore 64, ma la vera scintilla è scattata con le avventure punta e clicca di LucasArts come The Secret of Monkey Island e Indiana Jones and the Fate of Atlantis”, esordisce Massimo. “Questi, in particolare, sono riusciti a catapultarmi in mondi fantastici, colmi di misteri, lotte e battute all’ultimo colpo, enigmi da analizzare per scovare una soluzione, personaggi con cui dialogare ed elementi di gioco con cui interagire. Da quel momento in poi, ho pensato tante volte di poter realizzare io stesso quelle fantastiche avventure”.

Il percorso di Massimo, però, è partito da ambiti differenti nonostante la grande passione per i videogame. “Tutto è iniziato più di dieci anni fa, un po’ per gioco, un po’ per curiosità”, racconta. “Ho sempre smanettato sul PC con i software di grafica, e in particolare con il 3D: poter creare dei modelli tridimensionali mi ha sempre affascinato perché offre la possibilità di esprimere la propria fantasia e creatività, apprezzandone il risultato in tempo reale (o quasi). Nel frattempo studiavo all’Università e cercavo un modo per ottenere delle entrate grazie alle quali pagare gli studi, gestire l’auto e le varie spese così da essere il più indipendente possibile dai miei. Tutto ciò mi ha spinto a cercare delle aziende che mi permettessero di lavorare nel settore, non necessariamente in quello dei videogiochi”.

Massimo Ribattezzato Game Artist 3D
Porsche 911 gt3 cup Martini Racing realizzata da Massimo Ribattezzato

I primi passi compiuti da Massimo sono stati a ogni modo fondamentali per quello che si è rivelato il suo percorso professionale: “Le mie prime esperienze sono state con aziende specializzate nella creazione di simulatori di guida professionali, come Arc Team e Adac (l’ente tedesco per la promozione, controllo e indirizzo normativo del settore automobilistico), ma ho avuto modo di collaborare anche con privati come Corrado Cursi nella realizzazione della Formula Predator’s, dal virtuale al reale”, racconta Massimo, che sottolinea come la sua passione per i videogame l’abbia spinto a cercare qualcosa di più vicino alla scena videoludica.

“Ho iniziato a collaborare con alcuni studi indie, che mi hanno permesso di sperimentare vari ruoli come Character Artist, Environment Artist, Prop Artist e persino Vehicle Artist”, racconta Massimo, a conferma di come i piccoli team indipendenti siano generalmente inclini ad affidare al Game Artist 3D un ventaglio di compiti più ampio rispetto alle software house più grosse, che tendono al contrario a prendere una o più figure professionali per un singolo (ma incredibilmente specifico) compito. Una “gavetta” che consente agli artisti di imparare un po’ di tutto e capire quali sono i propri maggiori punti di forza, così da potersi specializzare per tentare una carriera in uno studio più grande. Lo stesso Massimo, peraltro, ha alternato collaborazioni con piccoli studi per l’animazione digitale a un’esperienza presso Kunos Simulazioni su Assetto Corsa prima di approdare alla corte di Digital Bros Game Academy. “Sono sette anni che rivesto il ruolo di Core Trainer per il corso di Game Art 3D dell’Academy, oltre a essere un istruttore certificato Autodesk”.

Il ruolo del Core Trainer nella formazione di un Game Artist 3D

Uno degli aspetti che Massimo sottolinea maggiormente del suo percorso professionale è il tempo investito per approfondire a dovere determinati processi, incluso l’utilizzo di software necessari per la realizzazione di asset, personaggi, ambientazioni. Tutti elementi che, senza l’ausilio di una metodologia rigorosa e precisa come quella studiata da Digital Bros Game Academy nel suo corso di Game Art 3D, potrebbero richiedere più tempo e risorse del previsto. “Ai miei tempi l’unico metodo di studio era il documento tecnico dei software, che spiegava sì il funzionamento dei programmi, ma non i workflow ottimali che si affrontano in una struttura come l’Academy”, racconta Massimo, che la possibilità di accedere a un corso come quelli DBGA Campus durante la sua fase di formazione gli avrebbe permesso di ottimizzare i tempi e apprendere tutto ciò che serve nella pipeline di una vera software house specializzata nello sviluppo di un videogioco.

Il metodo di studio usato dall’Academy mi avrebbe reso la vita più semplice, perché si basa interamente sulla pratica e consente di sfruttare le stesse tecniche e gli stessi software che sono alla base dell’industria”, prosegue Massimo. “Questa metodologia avrebbe ridotto il tempo di studio dedicato allora all’apprendimento da autodidatta, specialmente se si pensa che tempo fa non esisteva modo di approfondire nemmeno online data la lentezza delle connessioni domestiche e la scarsità di contenuti a cui invece è possibile accedere al giorno d’oggi”. Ed è qui che entra in gioco il corso di Game Art 3D di DBGA Campus, che nella sua rinnovata formula biennale punta a trasformare i giovani artisti in figure “job ready” pronte all’inserimento nel mondo del lavoro e, soprattutto, consapevoli di tutte le sfide che si potrebbero affrontare durante la creazione di un videogioco, sin dalle sue fondamenta.

Massimo Ribattezzato Core Trainer DBGA Campus
Real time render in Marmoset Toolbag 4 realizzato dal Core Trainer Massimo Ribattezzato

“Le opportunità che si presentano nel passaggio al modello biennale del corso Game Art 3D sono tante, in primis la possibilità di approfondire in maniera più avanzata alcuni aspetti del workflow dopo aver acquisito una base solida nel primo anno”, racconta Massimo. “Ad esempio, la creazione di un personaggio con uno studio anatomico più approfondito, oppure la creazione della capigliatura, le animazioni, l’applicazione dell’illuminazione e tanto, tanto altro che è possibile imparare su un motore come Unreal Engine. Inoltre, la possibilità di avere nel secondo anno dei Core Trainer specializzati all’interno del settore permetterà di ampliare il networking degli studenti, già di per sé molto efficiente, con i relativi seminari e workshop previsti durante il percorso di studi”. Chiaramente, il passaggio a un modello biennale comporta delle sfide, tanto per gli studenti quanto per i docenti, ma Massimo è convinto che gli aspiranti Game Artist 3D che hanno già manifestato interesse per i corsi in partenza il prossimo autunno riusciranno senza patemi ad affrontare questo nuovo percorso.

“La sfida più grande degli studenti sarà quella di mantenere il passo e la quantità di lavoro tra progetti di corso e di team”, racconta Massimo. “L’unico vero scoglio, tuttavia, è da ritrovare in sé stessi. Chi ha volontà e passione può superare qualsiasi ostacolo e affrontare il biennio DBGA Campus con successo”. Dal canto loro, gli studenti potranno contare sulla presenza costante dei Core Trainer, uno dei punti di forza dei corsi DBGA Campus. “Vivere l’esperienza in Academy e vedere gli studenti praticamente ogni giorno elimina quel distacco presente nelle scuole o università, carenti di empatia e comprensione di ogni aspetto dello studente che va al di là della pura formazione tecnica”, svela Massimo. “Ogni studente di Digital Bros Game Academy viene supportato non solo dal punto di vista tecnico con costanti feedback su progetti individuali e di team, ma anche a livello puramente emotivo e caratteriale. Spesso il carico di lavoro e la gestione dei membri di un team possono essere elementi complessi per uno studente, ed è qui subentrano i Core Trainer, pronti a sostenerli anche da questo punto di vista”.

Diventare un Game Artist 3D

I rinnovati corsi biennali DBGA Campus partiranno a inizio ottobre allo scopo di offrire una preparazione specializzata ancora più ampia e meticolosa per tutti coloro che sognano di intraprendere una carriera nell’industria dei videogiochi. I creativi interessati al corso di Game Art 3D possono inviare la domanda per l’ammissione al corso attraverso l’apposito form di pre-iscrizione e preparando una lettera motivazionale seguendo una serie di pratici consigli per realizzarla al meglio.